Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet sta girando l’Italia con una serie di conferenze, molto partecipate dedicate “al coraggio di cambiare, alla riscoperta dei talenti, alla scommessa delle nuove generazioni”. Un tema molto attuale che il Professore affronta rivolgendosi agli adulti, siano essi genitori, insegnanti o imprenditori incitandoli a riprendere il loro ruolo di guida per le nuove generazioni. Il fine è quello di superare questa difficile fase di crisi con uno sguardo al futuro, scoprendo e valorizzando talenti e formazione, per favorire quel rinnovamento generazionale di cui le imprese, le istituzioni e il Paese hanno grande necessità.
“In questi tempi così incerti – dice Crepet – la gente ha paura del futuro, teme di impoverirsi. Il risultato è che anche chi ne ha ancora le possibilità, non spende o non investe, contribuendo così alla spirale negativa che tutti stiamo vivendo. Così, fra le difficoltà di una crisi che sembra infinita, si fa strada un problema più generale, psicologico, che si ripercuote nelle nostre relazioni e ci colpisce nel nostro profondo. Ci facciamo paralizzare dalla paura di perdere la casa, di chiudere l’azienda di famiglia, di non poter garantire a nostro figlio un avvenire, di non poter contare sulla pensione o su un sistema sanitario adeguato”.
Dati i tempi che corrono, sono paure più che giustificate.
“Questa crisi è certamente tremenda, strutturale, lunga. Ma non è più grave di altre che ci hanno colpito in passato. Ce la possiamo fare. Noi italiani siamo usciti da tragedie immani, siamo usciti dalla fame, dalla povertà estrema. Oggi la situazione è critica, ma ben lontana da quei ricordi. Quindi questa crisi, pur terribile, colpisce più dal punto di vista emotivo che da quello economico”.
Come superare questa difficoltà?
“Guardiamo al futuro investendo sui talenti. Riprendiamo coscienza del nostro mestiere di educatori, un mestiere che non è solo dei genitori e degli insegnanti, ma anche dei titolari delle milioni di piccole e medie imprese italiane, che hanno la grande responsabilità di formare i giovani collaboratori e lasciare loro lo spazio di crescita, accompagnandoli nel loro percorso e lasciandoli anche sbagliare. Insomma, dobbiamo guardare con fiducia il ricambio generazionale da tanti invocato ma da pochi praticato.”
Lei cosa farebbe se avesse appena terminato gli studi?
“All’epoca andai all’estero, oggi rifarei la stessa cosa. Non per fuggire, ma per il desiderio di imparare e formarmi. I ragazzi devono vedere il mondo dal vivo, non attraverso lo schermo di un computer. Il compito della scuola e della famiglia, ma anche dei tanti piccoli imprenditori, è quello di fare emergere il talento dei giovani e di stimolarli ad essere coraggiosi. Non parlo solo di arte o di professioni, parlo anche dei tanti lavori artigianali di qualità che abbiamo snobbato per decenni, lasciandoli in mano agli stranieri, svendendo così un patrimonio inestimabile di cui andare orgogliosi, altro che vergognarsi!”
Come fare per trasmettere ai giovani la passione per queste attività?
“Bisogna comunicarla bene, occorre organizzare modi di passaggio del sapere che parlino il linguaggio giusto. Faccio un esempio. Dopo varie trasmissioni discutibili in cui il talento è fintamente valorizzato è arrivato Masterchef: vedere bravi giovani in Tv ci ha fatto riscoprire come il cuoco sia un mestiere importante, che può anche essere “figo”, per il quale occorrono tanta passione e professionalità e che può dare grandi soddisfazioni economiche. Per anni abbiamo preso come riferimento un mondo di panna montata, dei modelli sopra le righe. Ma di fuoriclasse veri ce n’è uno su un miliardo. Dobbiamo invece riscoprire l’umiltà di capire che si può vivere bene anche in modo più sobrio”.
Eppure in Italia chi ha una rendita di posizione fatica a cedere il passo ai più giovani.
“Non dobbiamo avere paura dei giovani. I cambiamenti veri, profondi, non sono trattamenti cosmetici e richiedono tempo e fiducia. In Italia abbiamo il vizio dei vecchi padroni delle ferriere, i padri-padroni che vogliono sempre gestire tutto perché i giovani fanno sempre le cose male. Se un parlamento si rigenera anagraficamente non è necessariamente un fatto negativo. Non so come andrà a finire, ma sono incuriosito”.
(Intervista di Corrado Peli a Bruno Barbieri, chef stellato e giudice di Masterchef)
© Massimo Calvi 23/03/2013
Alcuni passaggi di questa intervista sono stati precedentemente pubblicati il 12/03/13 su Il Resto del Carlino (edizione di Imola)
Foto di Mauro Monti – Rizomedia: Paolo Crepet durante la conferenza al Teatro Cassero
di Castel San Pietro Terme (Bologna) il 14 marzo 2013.
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