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Indossa le sue scarpe ed eviterai lo scontro

14 Ott 2016 | Storie

Un giovane papà con due bimbe si è fermato sulle strisce pedonali, sotto un acquazzone, a inveire contro di me, agitando le braccia. Io me ne stavo seduto alla guida, fermo per lasciarli passare. Avrei potuto dare ascolto al mio istinto, scendere dall’auto e dire la mia. Ovviamente non l’ho fatto e sono rimasto impassibile, osservando quel tipo adirato dinanzi al mio cofano. Mi urlava chissà quali insolenze che non potevo sentire, per via del fragore della pioggia sulle lamiere e della radio accesa.

E’ successo una mattina di ottobre, di quelle buie, con la pioggia battente e il traffico in tilt. Stavo percorrendo la Statale 9, la Via Emilia, attraverso un paese romagnolo, all’ora di punta, erano circa le otto e un quarto. Mi trovavo in coda. Si procedeva lentamente, per via del traffico, della pioggia, dei semafori e degli attraversamenti pedonali. Era un continuo stop-and-go da almeno dieci minuti. Avrò fatto non più dei 30 km all’ora.

Il giovane padre e le sue due bimbe (o forse erano bimbi, erano coperti dagli ombrellini e dai cappucci) era probabilmente in attesa da parecchio tempo di poter attraversare la strada. Rispetto al mio senso di marcia i tre erano fermi sul ciglio della strada alla mia sinistra, non si trovavano quindi sul mio lato di percorrenza, ma da quello opposto. Dalla loro parte, però, non si fermava nessuno e questo continuo transitare di mezzi, fra cui furgoni e camion, nascondeva la famigliola dalla mia visuale, resa complicata anche dalla copiosa pioggia. 

Giunto in prossimità delle strisce li ho visti.

Erano in procinto di passare, approfittando di un “buco” nel flusso del traffico. La Via Emilia è larga e per me c’erano ancora le condizioni di dare un comodo colpo di gas e sfilare via prima che si incamminassero. Ma siccome per esperienza quotidiana so bene cosa significa attraversare a piedi una strada statale in certi orari, ho dato un’occhiata rapida allo specchietto retrovisore e ho deciso di fermarmi all’istante, dando un vistoso colpo di freno per comunicare in modo chiaro le mie intenzioni. La mia auto si è arrestata a circa 2 metri dalle strisce.

Non è sempre come sembra

Quel signore deve avere male interpretato la mia vistosa frenata, oppure era talmente arrabbiato con gli automobilisti che mi avevano preceduto, al punto che ha deciso di pararsi davanti alla mia auto, in mezzo alla strada, con le due bimbe che lo guardavano, sotto la pioggia, a urlarmi contro. Non ho sentito una parola di ciò che stava dicendo, era come una scena di un film senza il volume. Ma il suo corpo e la sua espressione erano decisamente eloquenti. Si muoveva rigido, con tutti i muscoli contratti.

Non ho reagito perché ho pensato che quel giovane papà non stava attraversando la strada, ma stava attraversando un periodo difficile della sua vita. Fosse anche solo perché si trovava sotto un violento temporale alle 8 del mattino per portare le bimbe a scuola, inzuppato e in mezzo a una strada statale intasata, rumorosa e inquinata.

Ho respirato profondamente e ho indossato le sue scarpe

Mi sono messo nelle sue scarpe, come dicono gli inglesi, e ho provato ad essere lui. Non ho assecondato il mio testosterone che si innalzava suonando la carica, ma ho respirato profondamente restando impassibile. Senza muovermi. Senza far trasparire la benché minima emozione.

E’ stata la mia lezione odierna: ho avuto una conferma di come l’immedesimarsi nell’altro, dominando istinti come l’orgoglio e la rabbia, possa aiutarci a prevenire crisi comunicative e a comunicare meglio.

La capacità di entrare nello stato d’animo dell’altra persona è chiamata empatia ed è molto utile nei conflitti, nelle negoziazioni, nelle relazioni commerciali e nella vita di coppia. E’ una capacità che si può sviluppare, partendo da un buon lavoro su noi stessi e allenandosi ad ascoltare gli altri, al di là delle parole che pronunciano. 

Massimo Max Calvi ©2016

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2 Commenti

  1. Giuseppe Guida

    Ti ho scoperto per caso: Complimenti!(la C é volutamente maiuscola).

    Rispondi
    • Massimo Calvi

      Grazie mille, i Complimenti fanno sempre piacere. Spero che continuerai a seguirmi e che mi aiuterai nel passa parola. Sono a disposizione per quesiti, temi o altro che possano esserti utili in qualche modo. Max

      Rispondi

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